Le vicende storiche di Trentola Ducenta sono strettamente connesse a quelle dei centri abitati del territorio circostante; del resto la collocazione geografica di Trentola ne fa un "cuneo" che attraversa un'intricata rete di insediamenti urbani più piccoli che si alternano ad altri di dimensioni più rilevanti. Non a caso l'odierno Comune è il risultato dell'unione di due nuclei abitativi originariamente distinti: Trentola e Ducenta.
Le denominazioni dei due Comuni derivano, con ogni probabilità, dai numeri cardinali che designavano il numero di iugeri che costituivano un fondo. Trentola, infatti era composta da 30 iugeri, Ducenta, invece, da 200 iugeri. Alcuni studiosi, invece, hanno messo in relazione il nome Trentola a quello di Tremula, centro che viene menzionato dallo storico latino Tito Livio nel viaggio di Annibale Roman versus. Di Ducenta, invece, che ebbe origini precedenti a quelle di Trentola, se ne riporta notizia in un diploma del X secolo dei Principi di Capua. Per avere riscontri in merito ai primi insediamenti umani bisogna probabilmente risalire al periodo paleocristiano, quando sul territorio si stabilirono alcuni contadini e pescatori; ben presto il nucleo abitativo stabilì forti legami con le denti di Liternum, al punto che gli stessi colentes subirono, fortemente, l'influsso socio-culturale di questa colonia romana.
Con l'arrivo dei Normanni, poi, si affermò nell'Italia meridionale il sistema feudale; le strutture politiche, economiche e sociali, quindi, vennero investite da profondi mutamenti e si caratterizzarono per l'avvento di potenti signorie feudali. Con la venuta di Reinulfo Drengot, cui Sergio IV di Napoli aveva concesso la città di Aversa come feudo nel 1029, sorsero intorno alla città numerosi casali ed anche l'originario nucleo abitativo di Trentola si spostò verso est e si avvicinò ad Aversa. L'incuria nel controllo del regime delle acque determinò numerosi allagamenti che, creando paludi ed acquitrini, compromisero la grande fertilità delle terre presso Trentola; il tracciato della Via Appia addirittura scomparve, la boscaglia si infittò e le colture finirono con l'essere abbandonate.
Trascorsi i periodi del viceregno spagnolo (1504-1707) e di qeullo austriaco (1707-1734), restituita l'indipendenza al Regno di Napoli, il riformismo borbonico non trascurò le opere di bonifica del bacino inferiore del Volturno tra Capua e Aversa. Quando poi Giuseppe Bonaparte realizzò il riordinamento del Regno, Trentola entrò a far parte del Circondario Circoscrizionale di San Cipriano; con la riforma di Gioacchino Murat, in seguito, venne elevato a capoluogo del Circondario con i comuni di Parete, Frignano Maggiore, Frignano Piccolo, Casal di Principe. Dopo la soppressione della Terra del Lavoro 1927, il territorio del Comune di Trentola divenne, invece, parte integrante della provincia di Napoli e finì con l'inglobare due frazioni, quella di Ducenta e quella di San Marcellino. La Provincia, infine, fu ricostruita con decreto dell'11 luglio 1945 e Trentola tornò così a far parte del suo territorio amministrativo e divenne Collegio Provinciale.